Sequenziato il genoma della vite
Risultato ottenuto da collaborazione scientifica italo-francese, proseguono le ricerche in campo applicativo
Grazie ad una collaborazione scientifica italo-francese è stato ottenuto il genoma completo della vite. L'eccezionale risultato è stato ottenuto a meno di un anno e mezzo dall'inaugurazione a Verona del progetto VIGNA (Vitis genome analysis) che raggruppa scienziati italiani e francesi. I risultati del lavoro sono stati presentati in una conferenza stampa, da Massimo Delledonne e Mario Pezzotti, docenti di Genetica Agrari della facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell'Università di Verona, nella sede del corso di laurea in Scienze e tecnologie viticole ed enologiche. Alla conferenza erano presenti anche Eugenio Caponi vicepresidente vicario della Fondazione Cariverona e Giorgio Pasqua presidente della sezione Vino dell'Unione Industriali di Verona. I due docenti veronesi, Delledonne e Pezzotti, membri del Comitato Esecutivo del progetto VIGNA, hanno partecipato alla realizzazione del lavoro e alla stesura dell'articolo apparso il 26 agosto su Nature. Durante la presentazione del lavoro all'Università di Verona, il rettore Alessandro Mazzucco ha sottolineato: 'La scelta di Verona quale sede privilegiata per inaugurare questo ambizioso progetto di ricerca riconferma il prestigio della nostra città come capitale economica e mediatica della vite e del vino. Esistono gli elementi per far diventare Verona una delle capitali mondiali del settore viticolo-enologico. Lo testimonia la presenza di uno specifico Corso di laurea in Scienze e tecnologie viticole e enologiche, il Dipartimento di Scienze, Tecnologie e Mercati della Vite e del Vino e il Dipartimento Scientifico e Tecnologico.
A Verona risiedono eccellenze industriali e cooperative del settore. Veronese è inoltre la presidenza dell'Unione Italiana Vini, veronese il Vinitaly e, non ultimo, è forte l'impegno della Fondazione Cariverona che crede fermamente nel territorio veronese e si adopera in maniera continua a investire per un futuro competitivo della città anche nel settore viti-vinicolo.' Mario Pezzotti ha sottolineato l'importanza di questa ricerca per il nostro Paese: 'A differenza della Francia, l'Italia non aveva mai avuto ruoli determinanti nella ricerca genomica e molti dei risultati raggiunti in questo campo non appartengono alla comunità scientifica italiana. Questo lavoro rappresenta un progetto arricchito anche dal desiderio di sviluppare nuove competenze in un settore scientifico emergente, come la genomica, lavorando sulla vite che è una specie vegetale che rappresenta il cuore pulsante dell'agricoltura del nostro Paese.' La conoscenza della sequenza delle basi del DNA di una specie (la cosiddetta 'genomica strutturale') è il primo e inevitabile passo per procedere con studi di genomica funzionale e per arrivare a eventuali applicazioni. Massimo Delledonne ha infatti spiegato che la genomica funzionale, tramite l'utilizzo di molte diverse procedure, riesce ad assegnare ai singoli geni del genoma la loro funzione. In questo modo è possibile comprendere come essi lavorino, sia singolarmente sia insieme agli altri. Questa fase di analisi richiede tecnologie molto avanzate, competenze e molto tempo, ma solo in questo modo si arriva alla conoscenza di come il contenuto genetico si esprime nella pianta. I team di Delledonne e Pezzotti hanno avuto l'incarico sia a livello nazionale che internazionale, di svolgere e coordinare il lavoro di genomica funzionale della vite anche grazie all'avvio del Centro di Genomica Funzionale Vegetale (possibile grazie ad un contributo finanziario della Fondazione Cariverona), presso la Facoltà di Scienze. Il professor Pezzotti ha poi continuato spiegando: 'E' stato molto interessante scoprire che i geni che codificano per le componenti aromatiche della bacca sono molto numerosi, forse anche a causa della selezione dell'uomo. Ora stiamo lavorando sui Progetti Pilota Applicativi, che rappresentano la fase più avanzata del progetto e che hanno come obbiettivo quello di estrapolare dalle conoscenze di base acquisite tecniche e metodologie applicative. Ad esempio, sviluppare colture di vite resistenti ad alcune caratteristiche climatiche o immuni a certe malattie, oppure, ancora, individuare tempistiche e pratiche ottimali nei processi di conservazione e di invecchiamento dell'uva.'
Redazione (10/09/2007)
Pubblicato in Biotecnologie
Tag:
genoma,
VIGNA,
vino,
vite
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