Il mistero del metano di Marte
Osservati cambiamenti stagionali nella produzione di metano, presente solo in zone precise di Marte: processi geologici o vita batterica?
Secondo una nuova ricerca, presentata al Congresso europeo di scienza planetaria (EPSC) a Roma (Italia) il metano sparisce dall'atmosfera di Marte in meno di un anno. Lo studio, condotto da Sergio Fonti dell'Università del Salento in Italia e Giuseppe Marzo dell'Ames Research Center della NASA (la National Aeronautics and Space Administration degli Stati Uniti), rivela anche grandi variazioni stagionali e geografiche nei livelli di metano sul pianeta rosso. I risultati sollevano interrogativi su quale sia la fonte del metano e su dove vada a finire.
"Nell'atmosfera di Marte sono presenti solo piccole quantità di metano che provengono da fonti molto circoscritte. Abbiamo anche osservato i cambiamenti nelle concentrazioni del gas e abbiamo scoperto che ci sono variazioni stagionali e annuali," ha detto il professor Fonti. "La fonte del metano potrebbe essere l'attività geologica o potrebbe essere biologica - non ne siamo sicuri a questo punto. Sembra però che il limite massimo per il ciclo vitale del metano sia inferiore a un anno nell'atmosfera marziana."
L'atmosfera di Marte è composta in gran parte da biossido di carbonio (95%), più azoto (1,6%) e tracce di ossigeno e acqua. La presenza di metano nell'atmosfera del nostro vicino è stata rilevata per la prima volta nel 2003 e l'anno scorso gli astronomi hanno trovato prove di un ciclo stagionale nei livelli del metano.
Per questo studio, il professor Fonti e il dott.
Marzo si sono basati su dati provenienti dal Thermal Emissioni Spectrometer (TES) a bordo del Mars Global Surveyor della NASA, raccolti nel corso di tre anni marziani (un anno marziano dura quasi quanto due anni terrestri). Gli scienziati erano particolarmente interssati agli aspetti spettrali del metano.
Le loro attività hanno portato alla scoperta di tre regioni nell'emisfero settentrionale di Marte dove le concentrazioni di metano sono particolarmente alte: Tharsis e Elysium, i due principali distretti vulcanici, e Arabia Terrae, che ha alti livelli di ghiaccio sotterraneo.
I livelli di metano del pianeta rosso cambiano anche a seconda delle stagioni. Nell'emisfero settentrionale, i livelli di metano hanno un picco in autunno, raggiungendo 70 parti per miliardo, per poi abbassarsi bruscamente in inverno. I livelli cominciano a salire di nuovo in primavera e aumentano rapidamente durante l'estate.
In estate, i livelli di metano sono più alti nell'emisfero meridionale. I ricercatori sospettano che questo potrebbe essere dovuto alla naturale circolazione nell'atmosfera, sebbene questa ipotesi debba essere confermata tramite simulazioni al computer.
"È evidente che le concentrazioni più alte sono associate alle stagioni più calde e ai luoghi dove ci sono condizioni geologiche - e quindi biologiche - favorevoli, come attività geotermica e forte idratazione," conclude il professor Fonti. "La maggiore energia disponibile in estate potrebbe provocare il rilascio di gas da processi geologici o attività biologica."
Ma che fine fa il metano? I processi fotochimici non potrebbero dissolvere il gas tanto rapidamente. I processi causati dal vento però potrebbero aggiungere ossidanti all'atmosfera che potrebbero saturare il metano molto più velocemente. Sono necessari ulteriori studi per chiarire queste interessanti ipotesi.
L'EPSC è organizzato dall'iniziativa EUROPLANET, finanziata dall'UE, ed è l'incontro principale in Europa per gli scienziati planetari. EUROPLANET è finanziata dall'UE nell'ambito della linea di budget Infrastrutture di ricerca del Settimo programma quadro (7° PQ). Il suo obiettivo è quello di riunire la comunità europea delle scienze planetarie attraverso il networking e le attività congiunte di ricerca e dando agli scienziati accesso a laboratori e strutture specializzate e a dati scientifici planetari, informazioni e software.
Fonte: (30/09/2010)
Pubblicato in Genetica, Biologia Molecolare e Microbiologia
Tag:
marte,
vita,
metano,
esobiologia
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