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 Test di Fisher, casi estremi
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anselmo
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10 Messaggi

Inserito il - 03 agosto 2011 : 12:30:19  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di anselmo Invia a anselmo un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Addentrandomi sempre più nel mondo della statistica mi trovo di fronte a questo nuovo interrogativo, ovvero in cosa consistono i casi più estremi dell'osservato nel test di Fisher.
Si tratta "semplicemente" di portare a zero uno dei valori nelle celle (quello che è già più piccolo degli altri) o la cosa è più complicata?
E se io ho già nei dati osservati una cella con valore zero mi aspetto delle tabelle più estreme?

Glubus
Utente Junior

pinolo



156 Messaggi

Inserito il - 04 agosto 2011 : 08:58:41  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Glubus Invia a Glubus un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
In una tabellina 2X2 potresti anche essere nella condizione di osservare il valore più estremo e cioè un Odds Ratio di valore nullo o infinito (sembrerebbe il tuo caso). Ritornando alla idea che il test di Fisher, sotto le usuali assunzioni di indipendenza dei campioni, campionamento da un ipergeometrica, ..., fornisca la probabilità di osservare QUEL VALORE DI OR o un valore più estremo, questa si riduce alla probabilità di osservare proprio quel valore.
Dipende anche dal contesto ma a questo punto potresti pensare anche a fornire a chi dovrà leggere i tuoi risultati una stima (ad esempio dell'OR) e gli intervalli di confidenza a questa associati: il risultato sarà sicuramente più comprensibile.


Citazione:
Messaggio inserito da anselmo

Addentrandomi sempre più nel mondo della statistica mi trovo di fronte a questo nuovo interrogativo, ovvero in cosa consistono i casi più estremi dell'osservato nel test di Fisher.
Si tratta "semplicemente" di portare a zero uno dei valori nelle celle (quello che è già più piccolo degli altri) o la cosa è più complicata?
E se io ho già nei dati osservati una cella con valore zero mi aspetto delle tabelle più estreme?

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Roderick
Nuovo Arrivato



6 Messaggi

Inserito il - 05 agosto 2011 : 10:06:16  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Roderick Invia a Roderick un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ciao Anselmo. In linea di principio, non si dovrebbe mai confondere un test statistico con la misura o, più in generale, il concetto oggetto del test. Che, nel caso del test di Fisher, è la dipendenza distributiva tra righe e colonne di una tabella di contingenza. Mi permetto a tale proposito di ricordare che la dipendenza distributiva è concettualmente diversa dalla dipendenza in media, misurata ad esempio dal coefficiente di correlazione lineare di Bravais-Pearson: in parole povere, tra righe e colonne esiste una dipendenza distributiva quando, spostandosi tra le colonne, cambiano le percentuali di colonna muovendosi tra le righe. O viceversa, poichè la dipendenza distributiva, a differenza di quella in media è reciproca: ovvero, se le righe dipendono distributivamente dalle colonne, allora è anche vero che le colonne dipendono distributivamente dalle righe. Quindi, i casi che sono "estremi" per il test di Fisher sono rappresentati da tutte le situazioni estreme di dipendenza distributiva, indipendentemente dal fatto che siano testate da tale test o da un altro. Che poi questo test sia più sensibile a certi pattern distributivi rispetto ad altri, ci può stare, ma questo è un argomento piuttosto avanzato che non mi pare attenga al senso della Tua domanda. Se, invece, per casi estremi intendi quelli per i quali sarebbe preferibile usare il test di Fisher in luogo, ad esempio, del più comune test del chi-quadrato, allora secondo i Sacri Testi, conditi da una buona dose di Tradizione Orale e sparsa anedottistica volgare, tale test andrebbe usato quando: - per più del 20% delle celle si hanno meno di 5 casi attesi; oppure, per anche solo, una cella si ha meno di un atteso. Quello che però credo sia meno noto ai più è che il test di Fisher, diversamente dal test del chi-quadrato, presuppone uno schema di campionamento diverso: per questa ragione, l'alternativa al test ASINTOTICO del chi-quadrato (quello di uso comune, per intenderci) dovrebbe essere la sua versione esatta e NON il test di Fisher, che andrebbe invece impiegato più sulla base di considerazioni legate alla natura del processo di campionamento. Comunque, sulla base di quanto possa valere la mia esperienza, in termini di p-value generalmente non si commette un errore rilevante... Però credo che sia un peccato, per quanto veniale...
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anselmo
Nuovo Arrivato




10 Messaggi

Inserito il - 12 agosto 2011 : 16:41:08  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di anselmo Invia a anselmo un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Vi ringrazio per le risposte
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