Ciao a tutti, ultimamente gli insegnamenti ricevuti sulla statistica dalle cariatidi che stanno ai piani alti iniziano a vacillare...ergo vi chiedo una mano per chiarire un mio dubbio. Io lavoro su test preclinici in vivo testando farmaci o combinazioni di essi; tendenzialmente quindi so già che a fine esperimento vorrò vedere se il mio "controllo" è diverso dai gruppi trattati e a volte anche valutare la presenza di differenze tra i vari livelli del trattamento. Le mie domande sono: - si tratta di un approccio "a priori" in quanto non ho bisogno di tutti i confronti possibili? - ho sempre necessità di fare l'anova e se questa è significativa andare al post hoc? "analisi a posteriori" (facendo tutti i possibili confronti e quindi perdendo in potenza) - capita che l'anova non sia significativa ma che però vi siano delle differenze tra i gruppi (perchè "forzando" ed andando al post hoc capita di evidenziare differenze. In questo caso non è un errore di tipo II? non dovrei adottare un altra strategia? - nel mio caso quale approccio statistico sarebbe preferibile?
Se non stabilisci a priori quale è per te la differenza importante è difficile fare ragionamenti sensati. Più tecnicamente penso che l'uso delle tecniche dell'anova, abbiano solo una validità didattica, oggi è meglio ragionare sempre in termini di modelli lineari.