Devo tenere un breve corso di introduzione ad internet. Tra le altre cose, volevo dare un’idea scevra da pregiudizi della figura dell’hacker. Raccogliendo materiale mi sono inbattuto in questo link dove c’è una bella descrizione della forma mentis del vero hacker.
Mi chiedevo quindi se l’etica hacker possa coincidere con quella di un buon bioinformatico – e in generale di tutti gli scienziati. Â
Seguendo la falsariga di quanto detto nella pagina linkata, se volessimo riassumere le capacità  e gli atteggiamenti di un hacker, potremmo dire che essi risolvono i problemi e costruiscono le cose, credono nella libertà  e nel mutuo aiuto volontario.
I punti che seguono sono una sorta di breviario, e alcuni di essi mi paiono in pieno accordo con quanto il buon Dalloliogm scriveva in luglio circa i peccati capitali del bioinformatico.
- Il mondo è pieno di problemi affascinanti che aspettano di essere risolti. Essere un hacker è molto divertente, ma un tipo di divertimento che richiede molto sforzo. Lo sforzo di affilare le tue capacità ed esercitare la tua intelligenza (qualcuno ha detto FORMAZIONE?).
- Nessuno dovrebbe mai risolvere lo stesso problema una seconda volta. Le menti creative non dovrebbero essere sprecate nel reinventare la ruota quando ci sono cosìÂtanti e affascinanti problemi che aspettano là  fuori (qualcuno ha detto BIOPERL?). E’ un dovere morale condividere informazioni, risolvere problemi e diffonderne la soluzione perchè altri non debbano riaffrontare problemi perpetuamente vecchi (qualcuno ha detto PIU’ BLOG E PUBBLICAZIONI BIOINFORMATICHE?).
- La noia e i lavori “da sgobboni” sono un male. Per comportarti come un hacker, devi voler automatizzare tutte le cianfrusaglie noiose il più possibile, non solo per te ma per qualsiasi altra persona.
- Per comportarti come un hacker, devi sviluppare un ostilità  istintiva verso la censura, la segretezza [...](qui forse l’attitudine della comunità scientifica non si allinea molto, ma idealmente la scienza non dovrebbe essere una competizione all’articolo su Nature).
- Per diventare un hacker c’è bisogno dell’intelligenza, la pratica, di dedicarsi ed infine di lavorare sodo. Le competenze minime dovrebbero essere: – Imparare a programmare. Tuttavia non puoi essere considerato un hacker o nemmeno un mero programmatore se conosci un solo linguaggio – devi imparare a pensare circa i problemi di programmazione in generale, indipendentemente da qualsiasi linguaggio. – Ottenere un sistema operativo UNIX-like gratuti ed impara ad usarlo. – Imparare ad usare la World Wide Web (of course!!).
INOLTRE: Ci sono alcune cose che puoi fare quando non stai al computer che sembrano aiutare: Leggere riviste scientifiche. Andare a convegni scientifici. Studiare Zen, o praticare un arte marziale (la disciplina mentale sembra essere simile in maniera importante). Sviluppare un orecchio analitico per la musica. Apprezzare anagrammi e giochi di parole. Imparare a scrivere bene nel tuo linguaggio naturale.
Ora fate un raplace tra la parola hacker e bioinformatico. La cosa continua a funzionare?
Io dico che un po’ si’…
Non bisogna rimanere chiusi e concentrati solo sul proprio lavoro, ma bisogna anche sapersi guardare intorno.
Per esempio, e’ giusto quello che dici sulla censura: uno dovrebbe almeno sapere che ci sono tanti Paesi dove la liberta’ nell’accesso a Internet e’ limitata, come in Cina e in altri posti, e che puo’ essere anche manipolata.
E poi onestamente, tutte le cose che gli ‘hacker’ Richard Stallman e Linus Torvalds e tutti gli altri ci hanno insegnato con il software libero, non e’ mica cosa da poco
[...] diceva anche fuliggians qualche tempo fa, io credo che, in quanto bioinformatici, abbiamo il dovere di controllare che l’informazione [...]