Uno sguardo ai meccanismi della mente

Inside Neuroscience

7 febbraio 2008 - 6:04 am

Neuroetica

Stavo leggendo stamattina la newsletter di Nature, quando mi è caduto l’occhio su una “correspondence” intitolata “Italian neuroscientists are ready to start the debate“. Incuriosito, sono andato a vedere di cosa si trattava.

La lettera riguarda un questionario compilato da un gruppo di ricercatori all’Università Politecnica delle Marche, a proposito di neuroetica. Lo ammetto, la prima cosa che ho detto è stata neuro..che? Mi sono quindi armato di Google (!) e sono andato alla ricerca di qualcosa che mi spiegasse cosa fosse questa fantomatica disciplina. Ho trovato questo sito che è sembrato proprio fare al caso mio; ne riporto la definizione:

‘Neuroethics’ is the ethics of neuroscience, analogous to the term ‘bioethics’ which denotes the ethics of biomedical science more generally.
Neuroethics encompasses a wide array of ethical issues emerging from different branches of clinical neuroscience (neurology, psychiatry, psychopharmacology) and basic neuroscience (cognitive neuroscience, affective neuroscience).
These include ethical problems raised by advances in functional neuroimaging, brain implants, brain-machine interfaces and psychopharmacology as well as by our growing understanding of the neural bases of behavior, personality, consciousness, and states of spiritual transcendence.

Lasciando perdere per un attimo gli “stati di trascendenza spirituale” inclusi in questa spiegazione… credo che la cosa abbia molto senso, soprattutto in ambito clinico e quando si lavora con pazienti con problemi psichiatrici. Certo, non vedo come queste cose siano diverse dal resto della bioetica, comunque non voglio farne una questione di termini.

Benissimo, chiarito di cosa stiamo parlando, sono andato a vedere un po’ i risultati di tale sondaggio che trovate in questo PDF.

Facciamo una premessa: il sondaggio è stato mandato ai 703 membri della Società Italiana di Neuroscienze (SINS) e 70 di questi (quindi il 10%) hanno risposto. Ora, sarà che la gente non ne può più di rispondere ai sondaggi, sarà che ci sono molte altre cose più importanti da fare, sarà che un certo numero di persone sono state più pigre di me e non sono andate a vedere cosa fosse la neuroetica… ma 10% mi sembra un po’ poco per dire che gli scienziati sono “pronti per il dibattito”. A me sembra quasi che non gliene importi molto…

Comunque sia, guardiamo i risultati:

DOMANDA 1

Sei interessato alla neuroetica ?

91% sì, 6% non so cosa sia, 3% no

Questo non fa che rafforzare la mia ipotesi… il 10% che ha risposto è praticamente costituito da coloro i quali sono un po’ interessati o implicati in questo ambito. Sospetto fortemente che gran parte dell’altro 90% avrebbe risposto no a questa domanda…

DOMANDA 2

Disutete di neuroetica nel vostro laboratorio?

43% a volte, 29% sì, 28% no

Interessante è notare che i sì vengono essenzialmente da persone >35 anni. Sarà forse il segno che questi problemi sono solitamente relegati nella parte amministrativa e quindi gestiti solo dai membri senior di un laboratorio? Non so quanti di voi abbiano fatto domande di ethical approval per un progetto… personalmente non l’ho mai fatto ma a quanto visto può essere un lavoro molto noioso e che fa perdere un sacco di tempo. Non fraintendetemi, non dico non serva, dico solo che queste cose sono generalmente gestite da burocrati.

DOMANDA 3

Che aspetto della neuroetica ti interessa di più?

72% etica delle neuroscienze 28% neuroscienze dell’etica

Non ho letto il questionario vero e proprio, ma spero che la domanda non fosse posta in questo modo (cioè con queste due opzioni) altrimenti non mi stupirei che solo il 10% abbia risposto
Vedo che però hanno anche un grafico con vari aspetti più dettagliati, quindi probabilmente gli intervistati si sono trovati di fronte a scelte un po’ più pratiche.

DOMANDA 4

Come ti tieni informato sulla neuroetica?

Una patta qui… libri, riviste, internet, conferenze, insomma un po’ di tutto.

DOMANDA 5

Quanti articoli di neuroetica leggi in un anno?

9% nessuno, 49% <3, 25% < 6, 18% > 6

Probabilmente anche questa è un po’ distorta dal fatto che chi ha risposto è effettivamente interessato a questi argomenti, e quindi legge qualche articolo a riguardo se gli capita.

DOMANDA 6

A tuo parere chi è al momento implicato nella neuroetica?

29% studiosi di bioetica, 25% ricercatori, 20% filosofi, 12% esperti di legge, 8% sociologi, 5% politici, 1% nessuno

Ora, non vorrei essere troppo cinico ma sappiamo benissimo che queste cose sono gestite dai politici. Che poi ci possano essere input da parte di altre categorie è chiaro, ma alla fine chi fa le leggi?

DOMANDA 7

Chi dovrebbe risolvere i problemi di neuroetica?

Schiacciante vincita (78%) di bioetici e neuroscientists assieme. Utopia?
Interessante il 10% che dice “non ci sono problemi di neuroetica, solo problemi di bioetica”. Allora non sono solo io…

DOMANDA 8

Le implicazioni etiche delle neuroscienze sono correttamente riportate dai media italiani?

86% no, 7% uno speranzoso “in parte”, 7% di non so.

Nessuno ha risposto di sì? Chissà perchè…
Comunque non vedo perchè i media debbano parlare delle implicazioni etiche delle neuroscienze, visto che come prima cosa non parlano di neuroscienze

DOMANDA 9

Le neuroscienze hanno raggiunto un livello di popolarità adeguato in Italia?

63% no, 31% intermedio, 4% sì, 1% non so

Che dire… si potrebbe sostituire neuroscienze con molte altri ambiti della scienza per quanto mi concerne e i risultati sarebbero gli stessi.

DOMANDA 10

Saresti interessato a ricevere un questionario più dettagliato per definire più precisamente le riflessioni sulla neuroetica?

96% sì, 4% no.

Poco da commentare direi, rileggete il mio commento alla domanda 1.


Certo, viene anche un po’ da chiedersi quanto importante sia la bioetica o la neuroetica soprattutto applicata alla ricerca visto che quest’ultima in Italia è morente, a voler essere generosi.Sono curioso di sapere cosa ne pensate. Attendo i vostri commenti!

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  • GFPina - 8 febbraio 2008 # 1

    A parte il fatto che mi rimane ancora un po’ oscuro cosa sia la neuroetica, e sopratutto perché si debba considerare distinta dalla bioetica…
    Spero che le persone che non abbiano risposto al sondaggio abbiano avuto qualcosa di meglio da fare, ad es. fare ricerca in modo serio??? :)
    Al primo quesito pensi davvero che il 90% avrebbe risposto di no? Secondo me anche trattandosi membri della SINS una buona percentuale non sa cosa sia la neuroetica!
    La seconda domanda… mah va beh che è il 43% del 10%, ma non mi vedo nessuno (in Italia) che parla di “neuroetica” in Laboratorio!!! (comunque vorrei sapere che dicono i neuroscientists che lavorano in Italia!)
    La terza sembra uno scherzo…
    sull’informazione non saprei…
    La 7 non dovrebbe essere: Chi dovrebbe risolvere i problemi di “NEUROetica” ???
    Passo alla 9, o meglio al tuo commento sulla 9: non credo si potrebbe sostituire con qualunque ambito riguardante la scienza, sicuramente le Neuroscienze riscuotono più interesse di altri campi, per questo sono più “popolari” rispetto ad altre discipline, anche se ciò non vuol dire per forza che si faccia più ricerca o una “adeguata” ricerca in questo campo! Ma solo che riscuote più interesse tra “la gente”.

    Io le ho fatte domande di “ethical approval” per un progetto!!! :( (beato te che non ne hai mai fatte!) E’ “noiosissimo”, una “grandissima” perdita di tempo (sopratutto perché devi capire come metterla giù per ottenere l’approvazione! e capita di rifarle più volte!) e sopratutto ahimè tocca anche ai ricercatori e non solo ai “burocrati”
    P.S. il link al PDF da errore!

  • nico - 8 febbraio 2008 # 2

    ————–
    Al primo quesito pensi davvero che il 90% avrebbe risposto di no? Secondo me anche trattandosi membri della SINS una buona percentuale non sa cosa sia la neuroetica!
    ————–

    Beh… ma interessati o no, evidentemente non si sono sforzati troppo a scoprire di cosa parlasse il questionario, no? ;)

    Concordo con te che la differenziazione fra neuroetica e bioetica mi sembra abbastanza tirata. Comunque per quanto ne ho capito l’idea è rispondere a domande tipo “è etico usare un fMRI per vedere se uno sta dicendo la verità?” oppure “è etico impiantare un chip nel cervello di una persona paralitica in modo che questa possa comandare un braccio meccanico?”

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    Io le ho fatte domande di “ethical approval” per un progetto!!! :( (beato te che non ne hai mai fatte!) E’ “noiosissimo”, una “grandissima” perdita di tempo (sopratutto perché devi capire come metterla giù per ottenere l’approvazione! e capita di rifarle più volte!) e sopratutto ahimè tocca anche ai ricercatori e non solo ai “burocrati”
    ———

    Credo che stia proprio qui il problema. Mi sta benissimo richiedere l’approval etico, ma non che debba diventare un lavoro a tempo pieno perchè dall’altro lato ci sono burocrati che non sanno neanche di cosa stai parlando e ti fanno menate incredibili (e ti fanno perdere un sacco di tempo) per minime formalità. Pur non avendo mai dovuto fare domande personalmente ho sentito storie a riguardo che sfioravano il paradosso…

    PS: ho corretto il link al pdf e la domanda 7.

  • fabrizio - 19 gennaio 2009 # 3

    Vorrei solo indicare il libro di Laura Boella docente di filosofia morale presso l’Università Statale di Milano:Neuroetica
    ed Raffaello Cortina. Ma sopratutto e qui sta l’interesse della questione “scientifica” metto virgolette di sospesione; La morale prima della morale.