A mio padre (67 anni) è stato diagnosticato un adenocarcinoma pancreatico con ormai molti secondarismi diffusi nel fegato da poco più di un mese. Le sue condizioni di salute sono , per il resto, buone e pertanto abbiamo intrapreso un protocollo chemioterapico denominato PEF-G che sembra avere dato risultati apprezzabili per casi come quelli di mio padre. Per quel poco che ho potuto capire uno dei farmaci utilizzati in questo protocollo è proprio il 5-FLUOROUROACILE, ma non mi sembra che venga "veicolato" dalla capecitabina. Questo perchè la "tecnica" di cui ho letto nell'articolo non è ancora diffusa o semplicemente perchè potrebbe non applicarsi al caso specifico?
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