Re: Anche mio padre
A distanza di qualche anno, mi sono nuovamente trovata a digitare su Google la parola " glioblastoma". Volevo sapere se la ricerca ha fatto progressi .Mi sono imbattuta nella vs. disperazione e mi sono di colpo sentita proiettata indietro nel tempo, rivivendo il dolore, la rabbia, e il mio senso di impotenza quando al mio papa' fu diagnosticato un glioblastoma. In seguito alla ablazione chirurgica e alla radioterapia ( nessuna chemioterapia) mio padre, dopo una difficile convalescenza post operatoria, recuperò una parvenza di vita normale. Certo , non guidava più l'automobile, ma tutte le mattine, puntuale, si recava in ditta e trovava il modo di rendersi utile. Ogni tre mesi lo accompagnavo ad effettuare la risonanza magnetica di controllo. La recidiva comparve dopo circa un anno. E il mondo mi crollò " nuovamente " addosso. Preciso che pur intuendo che cosa gli era accaduto, mio padre non chiese mai di conoscere la vera natura del suo male. Si affidò totalmente a noi figli, sia per i contatti con i medici curanti, sia per le scelte terapeutiche. Noi assecondammo e rispettammo questa sua "esigenza di non sapere", e iniziammo una serie viaggi della speranza. Ci fu consigliato un nuovo intervento, non risolutivo, e alla fine il consiglio di famiglia decise per il no..., no di nuovo alla sofferenza, no all'accanimento terapeutico. Ma i sensi di colpa mi tormentavano . .come potevamo noi decidere della sua vita? Era giusto quello che stavamo facendo? La risposta la ebbi 6 mesi dopo il manifestarsi della recidiva, quando mio padre, dopo qualche altro mese in apparente discreta salute , morì ..... non a causa del glioblastoma (che progrediva molto lentamente), ma a causa di un altro tumore primitivo che nulla aveva a che fare con il glioblastoma ( un carcinoma polmonare fulminante).
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