Un ibrido virale sarà alla base delle future super-memorie
Nuova frontiera per le nanotecnologie, ibridi virali permetteranno la creazione di dispositivi elettrici
Il virus del mosaico del tabacco (Tobacco Mosaic Virus - TMV), che nel regno vegetale mangia le foglie di tabacco, è stato riadattato a vantaggio dell'hi-tech, e l’obiettivo è quello di realizzare il cuore di una super-memoria digitale. Il merito è di Ricky Tseng e Yang Yang della University of California di Los Angeles e la notizia è stata annunciata dalla rivista "Nature Nanotechnology". Il virus TMV, infatti, rivestito da una capsula di platino, costituisce il fulcro di un transistor dalle grandissime potenzialità: potrà sostituirsi alle memorie flash e permetterà di visualizzare un’immagine su una fotocamera o caricare un file mp3 su un lettore in un milionesimo di secondo, cioè mille volte più velocemente delle memorie oggi in commercio. Con le nanotecnologie ora è possibile combinare forme biologiche con le tecnologie informatiche. Il primo approccio tentato per trasferire segnali elettrici è stato quello di combinare del materiale biologico, ad es. molecole di DNA, con nanotubi di carbonio per creare dei transistor innovativi. Ma è la prima volta che qualcuno utilizza un virus per costruire circuiti e sta proprio in questo, la grandezza del lavoro dei due ricercatori Tseg e Yang: hanno creato per la prima volta un'associazione tra un'entità al confine tra vivente e non vivente e delle nanoparticelle di platino per creare un dispositivo in grado di passare molto rapidamente dallo stato spento a quello acceso.
Significativo è il fatto che il mosaico del tabacco sia stato, in passato, il primo virus ad essere isolato e che il termine usato per questi agenti infettivi - virus appunto - significasse in origine "succo di piante" o "veleno" proprio perchè indicava il liquido infettivo estratto dalle foglie malate di tabacco. Recentemente si è iniziato a pensare ad un suo utilizzo nel campo delle nanotecnologie grazie alle sue microdimensioni e alla perfetta conoscenza della sua struttura. Il transistor creato dai ricercatori, è stato costruito attaccando nanoparticelle di platino al capside (la superficie esterna del virus), avvolgendo l'ibrido in un polimero isolante e ponendo il tutto tra due elettrodi. Togliendo o applicando una corrente, il dispositivo ibrido si spegne o si accende molto rapidamente e proprio questa caratteristica lo rende fondamentale nei dispositivi di memoria. L'intero processo, infatti, si svolge in appena 100 millesimi di secondo (ma questo tempo può essere migliorato) perchè la corrente elettrica deve percorrere solo 10 nanometri tra ogni nanoparticella e la superficie del virus. Questo dispositivo virale potrebbe, in futuro, surclassare i dispositivi di memoria attualmente in uso come le memory card o le memory stick. Ora molti dispositivi utilizzano la memoria flash perchè è leggera, piccola, ha buona capacità di stoccaggio ed è resistente agli urti; è usata in cellulari, fotocamere digitali, lettori di musica portatili, palmari, pen-drive, pc portatili... Tuttavia l'ibrido virale potrebbe rimpiazzarle con enormi prospettive di utilizzo: ora i dispositivi elettronici operano a frequenze dell’ordine dei gigahertz, ma cresce la spinta per raggiungere i terahertz (tre ordini di grandezza in più) e il transistor virale è un primo e fondamentale passo in questa direzione. Secondo il ricercatori, il primo prototipo, costituito da milioni di transistor virali, sarà pronto in quattro anni. In futuro poi si potrebbe riuscire ad inserire dispositivi analoghi nei tessuti biologici per applicazioni terapeutiche o per la nuova frontiera dell'elettronica biocompatibile.
Redazione (08/01/2007)
Pubblicato in Analisi e Commenti
Tag:
nano,
hard-disk,
memorie
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