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Due geni per la salute del sistema immunitario

La scoperta rappresenta un “anello mancante” nel cammino chimico che, se alterato, è coinvolto nell’insorgenza di patologie quali il lupus, il diabete di tipo 1, il cancro e l’AIDS

Un gruppo di ricerca del Weill Cornell Medical College di New York ha identificato due geni che sono coinvolti nella produzione dell’interleuchina-10 (IL-10), un’importante citochina che fa parte del sistema immunitario. La scoperta rappresenta un “anello mancante” nel cammino chimico che, se alterato, è coinvolto nell’insorgenza di patologie quali il lupus, il diabete di tipo 1, il cancro e l’AIDS.

"La produzione di IL-10 deve essere mantenuta in un delicato equilibrio affinché l’organismo possa rimanere in salute”, ha spiegato Xiaojing Ma, docente di immunologia e microbiologia della Weill Cornell. "Troppe IL-10 possono lasciare il corpo più vulnerabile nei confronti di virus e tumori, e di patologie autoimmuni come il lupus; quando viceversa esse sono presenti in quantità scarse, ciò può dare il via a patologie infiammatorie.
Per questo motivo, una migliore comprensione dei meccanismi di regolazione di queste citochine non può che fornire una migliore comprensione di tali patologie e, in linea di principio, aprire la strada a nuovi possibili approcci terapeutici”.

Ogni secondo, milioni di cellule del corpo vanno incontro al processo di morte programmata chiamato apoptosi. Le cellule morte vengono individuate e rimosse dai macrofagi. Questi ultimi, esprimono le citochine Il-10 al fine di sopprimere l’attività di altre cellule del sistema immunitario, note come cellule T, ed evitare in tal modo l’instaurarsi di una risposta immunitaria generalizzata.

Secondo quanto riferisce la rivista “Immunity”, Jianguo Liu e colleghi della Weill Cornell hanno scoperto due geni – noti come Pbx-1 (pre-B transcription factor 1) e Prep-1 (Pbx-regulating protein 1) - che codificano per proteine implicate nei processi che consentono ai macrofagi di esprimere le IL-10.

"Poiché l’espressione delle IL-10 e la soppressione delle cellule T a essa collegata sono così importanti per l’eziologia di molte malattie, le scoperte come la nostra consentono di individuare i cammini molecolari che in futuro potrebbero rappresentare nuovi bersagli terapeutici.”

Federico Cesareo


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