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Sempre e ovunque cellulosa!

Parte del Concorso Spread Science, per la divulgazione scientifica Semplice, abbondante ed insolubile: questa è la cellulosa.
Semplice perché non è altro che un polisaccaride, cioè uno zucchero complesso, formato da tanti residui di glucosio uniti in catene lineari. Abbondante perché è la molecola più diffusa sul pianeta grazie al fatto che è l'elemento portante della parete esterna delle cellule vegetali. Insolubile perché gli stretti legami che si instaurano tra gli atomi di carbonio che la costituiscono non consentono l'inserzione di molecole d'acqua. Una sintesi suprema per riassumere ciò che di più comune e allo stesso tempo sconosciuto ci sia ogni giorno sotto i  nostri occhi.
Già, perché senza nemmeno rendercene conto, noi dipendiamo in modo quasi totalitario da questa molecola. Ogni volta che ci prepariamo un'insalata o decidiamo di mangiarci un ortaggio, abbiamo a che fare con la cellulosa; ogni volta che indossiamo un vestito di cotone, abbiamo sotto gli occhi la cellulosa; anche quando scriviamo una raccomandata o leggiamo un giornale, abbiamo tra le mani della cellulosa.
Ma allora, che cos'è davvero questo prodigio della natura?

Come detto, la cellulosa è uno zucchero complesso, cioè una molecola composta da un'insieme di zuccheri semplici, tenuti insieme da legami piuttosto forti. Lo zucchero di base è il glucosio, il più semplice tra i monosaccaridi, che forma catene lineari con legami β-1-->4. Questo dettaglio, all'apparenza insignificante, è ciò che rende la cellulosa unica nel suo genere: le catene lineari consentono la formazione di fibrille e, alla fine, l'estensione degli alberi per centinaia di metri in altezza; i legami, invece, rendono questo zucchero indigeribile da parte dell'intero mondo animale. Qualcuno potrebbe obiettare: non è vero che è indigeribile, tutti gli erbivori si nutrono di cellulosa e non muoiono di fame. Certo, ma questo è reso possibile dai batteri che vivono nell'intestino di questi animali i quali, grazie ad un apparato enzimatico particolare, sono in grado di scindere i legami β e liberare le molecole di glucosio presenti.
Ogni molecola organica esistente ricopre un ruolo ben preciso all'interno dei viventi: la cellulosa è deputata al sostegno della cellula vegetale, l'amido, invece, è la fonte energetica principale delle piante. Questi due zuccheri differiscono per un solo, ma decisivo, dettaglio: il tipo di legame. I legami β, infatti, non possono essere digeriti dagli animali, mentre i legami α-1-->4 dell'amido vengono aggrediti dagli enzimi dell'apparato digerente e per questo l'amido rappresenta una fonte energetica essenziale per tutti questi eterotrofi.

Le sequoie secolari degli Stati Uniti o le querce millenarie dell'Europa centrale raggiungono diametri e altezze incredibile grazie alla presenza della cellulosa e delle altre componenti della parete di ogni singola cellula che le compongono. A differenza delle cellule animali, quelle vegetali sono circondate da una parete rigida che le delimita e le sostiene. Questa barriera è costituita al 50% da fibrille di cellulosa sulle quali si inseriscono le emicellulose (molecole simili, ma ramificate e composte da altri zuccheri oltre al glucosio) e la lignina, una molecola complessa che funge da collante tra le fibrille, rinforzando la struttura. La resistenza che questo complesso oppone alla forza di gravità è tale da far elevare alcune piante a molti metri dal suolo, mentre è impossibile trovare animali terrestri che riescano a raggiungere queste dimensioni.

Per queste sue caratteristiche, ma non solo, ha trovato applicazioni in ogni tipo di settore, portando alla formazione di materiali d'uso comune molto diversi tra loro. Senza dubbio il principale è la carta: attraverso l'impiego di procedure chimiche, è possibile estrarre la polpa di cellulosa dagli alberi e trasformarla in fogli che avranno qualità diversa, a seconda della qualità del materiale di partenza. Essa, però, può anche essere sfruttata in campo farmaceutico -per la produzione di garze e rivestimenti particolari-, cosmetico -dando origine a gel e dentifrici- e negli imballaggi -trasformandola nell'usatissimo cellophane-.
Senza dubbio tutti hanno già toccato con mano la cellulosa allo stato (quasi) puro: il cotone. Questa fibra vegetale, infatti, è costituita al 95% di cellulosa, ma il prodotto che troviamo in casa è frutto di trattamenti industriali che lo sbiancano e lo denaturano in parte, rendendolo sensibile all'acqua e non più idrorepellente. Questo, come noto,viene impiegato in campo tessile per produrre vestiario, ma è stato anche sfruttato in guerra sotto forma di nitrato di cellulosa, un esplosivo comunemente chiamato "fulmicotone".
Insomma, ogni cosa che vediamo ha a che fare o ha un passato legato alla cellulosa, una molecola che all'apparenza non sarà pregiata o luccicante, alla quale non diamo peso perché è abbondante, ma che in realtà è molto più utile di qualunque stucchevole monile in oro!


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