Feed RSS: Molecularlab.it NewsiCalendar file

Inserisci il tuo elaborato

Jacques Monod: Una vita per la ricerca

A trent’anni dalla scomparsa di questo grande scienziato, per me è un onore poter parlare dei grandi uomini di cultura come J.L.Monod, un grande uomo di scienza e cultura, devoto e appassionato per lo sviluppo del miglioramento della qualità della vita, intesa come collaborazione tra gli uomini che hanno grande forza di volontà.
Diviene dunque importante poter ricordare i grandi scienziati, per poter un giorno rendere, attraverso lo sviluppo della ricerca e dell’innovazione, solo serene e positive, le conseguenze di una scoperta o innovazione tecnologica.
Inoltre per uno studente e per un ricercatore è fondamentale lo studio delle biografie degli uomini di scienza, poiché si impara il metodo di fare della ricerca, e in questo, lo scienziato di cui parliamo è stato un vero maestro, costruttore della metodologia per fare ricerca in biologia molecolare e grande uomo di divulgazione scientifica, coscienzioso di rendere la scoperta e lo studio della scienza patrimonio di tutti.


Per uno studente, che inoltre svolge già ricerca e divulgazione grazie alla passione e alla voglia di fare, non può che ritrovarsi nell’opera di questi grandi scienziati e provare stimolo per far del bene come questi precedentemente hanno fatto, non a caso da un fattore culturale si esalta “Il caso e la necessità per Un’etica della conoscenza”.
Anche se ricordiamo in questo appuntamento la morte di Monod, la mia esposizione partirà dall’evento più felice della sua vita quale la nascita, andando per tappe analizzerò la sua opera nelle scoperte ma anche nell’impegno della divulgazione scientifica e dell’opera nel sociale.

J.L. Monod nasce il 10 febbraio del 1910 da una famiglia di alta borghesia protestante. Il padre era pittore, storico d’arte e appassionato di scienze naturali, la madre era americana, anche lei donna di cultura per l’arte e la musica.
La spiccata passione per lo studio si comincia a vedere sin da quando Monod era fanciullo, e grazie ai genitori impara sin da piccolo ad essere perfettamente bilingue, si appassiona alla musica classica e al violino, ma la vera vocazione si nota nella studio della scienza trasmesso prima dal padre che era studioso appassionato delle teorie di Darwin e poi continuata attraverso lo studio del liceo e da autodidatta: amava allevare girini e coleotteri per studiarne la riproduzione e l’anatomia.

Nel 1928 si iscrive alla facoltà di scienze di Parigi, dove, secondo lui, non riceve un ricco insegnamento di biologia poiché avverte solo un approccio teorico allo studio. Quello che invece interessava realmente al giovane Monod era la ricerca pura che si fa in laboratorio, fatta di protocolli e di prove, solo così si poteva apprezzare il vero valore dello studio scientifico.
Grazie a questa voglia di incentivazione all’approfondimento, Monod cerca di conoscere la scienza dei laboratori divenendo amico di alcuni ricercatori che saranno poi i suoi grandi maestri:

- Giorge Teissier (Descrizioni quantitative);
- Andrè Lwoff  (Microbiologia);
- Boris Ephrussi (genetica fisiologica);
- Louis Rapkine  (Biochimica e fisiologia).

Nel 1931 si laurea in biologia, e nello stesso anno riceve una borsa di studio presso l’Università di Strasburgo, dove apprende le Tecniche di microbiologia per la crescita e coltura dei ciliati.

Nel 1932 – 1934 ritorna a Parigi dove studia e approfondisce delle importanti tematiche come la biologia dei microrganismi, il galvanotropismo, il gradiente assente dei Ciliati, tanti studi senza però un programma preciso.
1934 – Diviene assistente di laboratorio presso la Sorbona, posto che custodirà fino al 1945.

1935 – Partecipa ad una spedizione scientifica in Groenlandia dove riceve dall’amico Ephrussi un invito per una giornata di studio negli Stati Uniti. B.Ephrussi era un genetista ed embriologo sovietico, aveva già lavorato al California Istitute of Technology (Caltech) nel 1933 sulla genetica dello sviluppo embrionale, e aveva appena realizzato nel suo laboratorio presso l’Istituto di biologia fisico chimica in collaborazione con il genetista americano G.W. Beadle degli esperimenti, divenuti poi famosi, sul determinismo genetico delle reazioni chimiche che causano le variazioni del colore degli occhi del moscerino della frutta, Drosophila melanogaster.
Questo grande scienziato, trasmise a Monod una passione per questo tipo di studio e gli diede la possibilità di vincere una borsa di studio presso la Rockefeller fondations per andare a Pasadena presso il Caltech.
Qui il giovane Monod impara cosa sia la scienza di gruppo, collabora con il famoso “Gruppo della Drosophila” di T.H. Morgan, Bridges e Sturtevant.

Nel 1935 praticò le sue prime ricerche nel campo della biochimica dei batteri, in particolare sulla biologia quantitativa per lo studio della concentrazione dell’alimento limitante in una popolazione di microrganismi. Egli affermava che “la velocità di crescita batterica era dunque determinata da una dinamica di tipo enzimatico, esiste quindi una relazione lineare fra la concentrazione iniziale della fonte alimentare e il massimo di densità raggiungibile dalle popolazioni di batteri in colture pure. La crescita batterica obbediva quindi a semplici leggi quantitative.”  

Nel 1941 riceve il dottorato di ricerca con tesi finale sulla crescita di batteri in coltura.

Fino la 1945 le sue ricerche sono influenzate profondamente dai fatti della guerra, si unisce al partito della Resistenza e subito viene arrestato ma rilasciato poiché non ritenuto pericoloso, appena libero ristabilisce il suo contatto con il movimento della resistenza presso Parigi dove si unisce ai partigiani francesi capitanati da Marcel Prenant, comunista e professore di anatomia comparata. In questo periodo grazie al suo amico Lwoff  entrò nell’Istituto Pasteur.
Qui si dedicò interamente allo studio della genetica, assistette alle grandi scoperte di quei tempi: alle scoperte di Lederberg, Tatum, successivamente progredite da Cavalli – Sforza, assistette al Simposio di Delbruck  e Herschey.

Nel 1949 diviene capo di laboratorio presso il Granier dove studiò approfonditamente il fenomeno della lisogenia: lo strano fenomeno per cui il fago può restare bloccato in forma latente all’interno di un batterio e moltiplicarsi con il batterio stesso, per passare poi in seguito, con un meccanismo a loro sconosciuto, allo stato vegetativo provocando la lisi del batterio.
Da alcune sue dichiarazioni in quei periodi, si respirava un’atmosfera amichevole ed effervescente; nel corridoio c’era sempre qualcuno disposto a discutere i risultati degli ultimi esperimenti e i pranzi, consumati nei laboratori, erano l’occasione per discussioni serrate, nelle quali la scienza si mescolava continuamente con l’arte, la letteratura, la musica, la politica, la bomba atomica e i piaceri intellettuali della vita quotidiana.
“Fu un’epoca straordinaria e se eravamo felici è stato grazie a questo ambiente unico che tutti avevamo creato”.
Inoltre Monod aveva la tendenza di rinunciare alla presunzione e all’indifferenza facendo ogni volta marcia indietro quando un fatto da lui esposto o sostenuto veniva confutato attraverso un esperimento. Era una persona che dubitava spesso di tutto ciò che lo circondava e per questo condivideva con tutti il piacere della parola. Era un uomo di scienza, figlio d’arte e grande esempio di divulgatore scientifico.
Vero e proprio architetto di un programma di ricerca avanzato, Jacques Monod aveva la facoltà di selezionare gli elementi più importanti di un problema o di una teoria, eliminando gli aspetti secondari del ragionamento logico, una capacità di interpretare i fatti, di rileggerli in modo nuovo, ponendoli in una luce differente, che dava coerenza e comprensibilità ad ogni singolo aspetto.
Faceva partecipare gruppi di studenti alla ricerca di laboratorio in modo che il suo esempio di vita fosse sempre tramandato.

Da questo periodo in poi Monod propose grandi studi sulla permeasi e  grazie all’esperimento Pa-Ji-amo scopri l’operone del lattosio.
Le scoperte gli permisero di aggiudicarsi il premio Nobel, di divenire un uomo devoto anche all’impegno sociale e politico, per la tutela della scienza e della ricerca scientifica e tecnologica.

Bibliografia
Jacques Monod, Per un etica della conoscenza, ed. Bollati Boringhieri.




Inoltra: Inoltra via mail Vota:  

 
Disclaimer & Privacy Policy