Terapia dei fibromi uterini : Nuove frontiere
Terapia dei fibromi uterini : Nuove frontiere .
Non richiede intervento chirurgico ne’ anestesia e sembrerebbe avere scarsi effetti collaterali. Suscita quindi grande interesse la nuova tecnica per eliminare i fibromi uterini con gli ultrasuoni per ora utilizzata in Stati Uniti, Gran Bretagna, Israele e presto in arrivo anche da noi.
Nonostante le aspettative rimangono pero’ i dubbi sulla sua completa efficacia soprattutto nel lungo termine.
I fibromi dell’utero , tumori benigni del tessuto muscolare dell’utero, sono uno dei disturbi piu’ comuni nelle donne tra i 30 e i 45 anni. La loro crescita dipende anche dagli ormoni ovarici in circolo e, di solito, c’e’ una familiarita’ a svilupparli. La maggior parte degli esperti concorda sul fatto che vadano trattati soltanto se provocano sintomi come eccessive perdite di sangue , disturbi urinari o infertilita’.
L’intervento chirurgico di miomectomia rimane elettivo . Talvolta nelle donne senza desiderio di fertilita’ , seppure impropriamente , viene proposta l’isterectomia cioe’ la asportazione di tutto l’utero.
Talvolta una terapia farmacologica ormonale estroprogestinica potrebbe essere sufficente.
Per questo sia i medici, sia le donne osservano con attenzione le alternative chirurgiche piu’ “conservative” (La miomectomia) e possibili terapie senza bisturi.
Si e’ diffusa da alcuni anni la tecnica dell’embolizzazione : sotto controllo radiografico vengono iniettate nelle arterie dell’utero sostanze che bloccano l’ afflusso di sangue al fibroma e lo portano alla necrosi. I risultati sono buoni ma sono prevalentemente operatore- dipendenti. In piu’ i dati sulla reale utilita’ di questa tecnica rispetto all’approccio farmacologico sono scarsi e incompleti.
La nuova procedura e’ invece costituita dagli ultrasuoni focalizzati guidati dalla risonanza magnetica . Sotto la guida delle immagini radiologiche , un fascio di ultrasuoni, ad alta intensita’ ( differenti rispetto a quelli dell’ecografia) viene indirizzato sul fibroma fino a bruciarlo. Il fibroma non viene romosso ma cambia consistenza ; da formazione densa e talvolta calcificata si trasforma in tessuto necrotizzato.
Serve davvero questa tecnica? Il rischio, in realta’ , e’ che possa indurre ancora di piu’ a intervenire in modo inutile. Si potrebbe creare un nuovo “ mercato” oltre a quello gia’ collaudato degli interventi endoscopici . L’indicazione per ora e’ solo per le donne con fibromi sintomatici senza desiderio di fertilita’. Inoltre non va trascurato un dato molto importante: con questa tecnica manca il riscontro istopatologico. Nel caso raro in cui ci si trovi di fronte ad un sarcoma uterino si rischia di trattare una patologia severamente maligna in modo inadeguato e insufficente. Per ora con gli ultrasuoni sono state trattate nel mondo circa 3 mila donne. Alcune settimane fa sono apparsi i primi dati sull’efficacia della procedura a due anni dal trattamento . L’articolo scientifico che li riporta afferma che le pazienti hanno un sollievo dai sintomi duraturo ma il rischio di procedure aggiuntive e’ alto . Inoltre secondo alcuni esperti che hanno commentato il lavoro sul New York Times non viene indicato con chiarezza il numero delle donne per cui il miglioramento e’ stato stabile.
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