Feed RSS: Molecularlab.it NewsiCalendar file

Inserisci il tuo elaborato

Dalle fragole alle emozioni: come cercare la salute naturalmente

Quanto è possibile occuparsi della propria salute ogni giorno?

La più recente ricerca scientifica risponde: moltissimo. Sarebbe dunque opportuno che ognuno di noi conoscesse i modi attraverso i quali può aiutare il proprio corpo a stare bene, agendo consapevolmente anziché sperare nella fortuna. In particolare, pochi sanno che possono armare le proprie difese naturali anche contro uno dei mali peggiori: il cancro.

Risulta con sempre maggiore evidenza che la maggior parte dei tumori dipende da fattori ambientali e connessi allo stile di vita, piuttosto che da cause genetiche ereditarie. Gli studi epidemiologici ne danno una prova lampante: tumori come quelli al seno, al colon e alla prostata, i più diffusi in Occidente, fra gli asiatici sono da sette a sessanta volte meno frequenti.

Le autopsie condotte in Asia sulle persone morte per cause diverse dal cancro rivelano però altrettante microlesioni precancerose che da noi, così come i giapponesi emigrati in Occidente si allineano con le nostre statistiche entro due generazioni.

Per poter spiegare questi dati, occorre una veloce premessa sulle basi fisiologiche della malattia tumorale. Secondo la teoria dell'immunosorveglianza, la nascita di una cellula cancerosa è un evento relativamente frequente in ognuno di noi, ma in condizioni di salute il nostro sistema immunitario è in grado di riconoscerla e di eliminarla prima che questa possa dare vita ad un tumore maligno. L'elusione della difesa immunitaria è infatti uno dei requisiti primari per l'instaurarsi di un cancro.

In secondo luogo, quando un tumore diventa particolarmente aggressivo, si sposta in tessuti lontani dal sito di origine, creando le metastasi; a questo scopo, le cellule maligne devono sovvertire il naturale processo infiammatorio, aumentando la permeabilità dei vasi sanguigni, attraverso i quali migrano nel corpo, e stimolando la secrezione di fattori di crescita. Questi fattori sono citochine e chemochine prodotte naturalmente in seguito ad una ferita, ma in modo aberrante quando un tumore se ne serve per accrescersi ed ampliarsi.

Infine, non c'è cancro che si sviluppi con successo senza che abbia stimolato la crescita di nuovi vasi sanguigni, essenziali per la vita di ogni cellula, sana o malata. Questo processo prende il nome di neoangiogenesi, che significa "creazione di nuovi vasi".

Torniamo ora ai dati epidemiologici di cui sopra: deve esistere qualcosa, nel nostro stile di vita, che favorisce l'insorgere della malattia tumorale, e qualcosa in quello asiatico che lo previene. La differenza primaria sta nel regime alimentare, ma come vedremo ci sono altri fattori che possono giocare un ruolo importante in questo senso.

Lo studio dell'alimentazione nella prevenzione e il trattamento del cancro si deve in primo luogo a Richard Béliveau, biochimico canadese che nei primi anni di questo secolo ha investigato approfonditamente le proprietà antitumorali di vari composti detti fitochimici.

Fu il caso, o il destino, che spinse il Dott. Béliveau su questa strada, allora rivoluzionaria.

In un periodo in cui aveva iniziato ad interessarsi marginalmente alla questione, ricevette una telefonata dalla moglie di un suo amico, Lenny, che scoprì essere malato di tumore al pancreas. Gli erano stati pronosticati pochi mesi di vita, e la donna, che sapeva dei suoi primi studi relativi al nesso alimentazione-tumori, gli chiese consiglio. Béliveau, colpito da quella grave situazione, le promise che si sarebbe informato maggiormente per cercare di aiutarli. In un week-end di intensa ricerca, scoprì numerosi articoli scientifici in cui si suggeriva il potenziale anticancro di moltissimi alimenti. Egli richiamò la moglie del suo amico e le comunicò la lista delle pietanze che avrebbero potuto aiutarlo a guarire, sottolineando che un consumo sporadico non sarebbe stato efficace.

La donna cucinò ogni giorno i cibi che le aveva consigliato Béliveau, e accadde l'incredibile: mentre le settimane passavano, Lenny iniziò a stare meglio, ricominciò a camminare e persino a viaggiare; il tumore si era stabilizzato a lungo ed era addirittura regredito di un quarto.

Béliveau rimase sbalordito: era mai possibile che l'alimentazione potesse giocare un ruolo talmente importante nella progressione di un cancro?

Per darsi una risposta, decise d'impegnare il suo laboratorio in un'imponente attività di ricerca, i cui risultati sono stati raccolti e pubblicati in un libro che ha avuto un immenso successo editoriale: L'alimentazione anticancro di R. Béliveau e D. Gingras.

Gli alimenti anticancro sono dunque quelli che contengono composti detti "fitochimici" che proteggono dai tumori agendo a livello dei processi fisiologici a cui si è accennato poco fa.

Iniziamo dall'attività del sistema immunitario: questa può essere stimolata dai funghi, specialmente quelli giapponesi come lo shiitake che contengono lentinano ed altri composti di provata efficacia antitumorale. Sono benefici anche i frutti di mare, che contengono selenio, le alghe kombu e moltissimi tipi di frutta e verdura: carote, zucche, pomodori, cachi, albicocche ed altri ortaggi dai colori vivaci che contengono vitamina A e licopene.

Per contrastare l'infiammazione che favorisce le metastasi è efficace la curcuma, uno dei componenti del curry: la curcumina che contiene, in laboratorio, è in grado di inibire la crescita di numerose forme tumorali ed è in grado di impedire la malattia in cavie a cui erano state somministrate sostanze cancerogene. Sono inoltre utili lo zenzero, gli agrumi e il pesce, che contiene molecole dette omega 3; per questioni che saranno chiarite più avanti, è meglio preferire pesci piccoli, come sardine, acciughe e sgombri.

La natura ci ha fornito anche numerosi alimenti in grado di contrastare la neoangiogenesi, come il tè verde, che contiene catechine, e la soia, con gli isoflavoni. L'acido ellagico dei frutti di bosco, come lamponi, fragole e mirtilli, è fortemente attivo in questo senso, ed ha un potente effetto detossificante sulle cellule. Contengono sostanze antitumorali anche spezie come rosmarino e basilico, i cavoli e il cioccolato fondente (almeno 70%).

Oltre ad agire sui processi fisiologici già citati, molti di questi alimenti riescono anche a promuovere l'apoptosi, un meccanismo di autodistruzione che risulta disattivato nelle cellule tumorali: questo vale per la curcuma, il tè verde, i frutti di bosco, le spezie e l'aglio.

Infine, ha effetti benefici anche il vino rosso, se consumato con moderazione, per il suo contenuto in polifenoli che proteggono le cellule sane dall'invecchiamento.

Tutto questo significa che ogni volta che ci nutriamo abbiamo la possibilità di assumere sostanze che aiutano il nostro corpo a tenere a bada i tumori, sia in salute che in malattia.

In questo senso, gli studi scientifici sono numerosissimi: esistono prove inconfutabili che la progressione di un cancro può venire influenzata pesantemente dall'alimentazione. A questo proposito è opportuno sottolineare l'importanza della sinergia tra gli alimenti, poiché il cancro è una patologia multidimensionale che raramente si arrende a un solo trattamento.

Ad esempio, alcuni ricercatori attivi in India hanno verificato che il rischio di contrarre un tumore al seno in cavie esposte ad un potente cancerogeno è tanto minore quanto più la loro dieta è ricca in alimenti anticancro. Se tali alimenti mancano del tutto, ogni cavia si ammala; la presenza di uno di essi riduce il rischio del 50%, che scende al 10% se gli alimenti sono quattro (i principi attivi di questo esperimento erano selenio, magnesio, vitamina A e C).

Esistono anche alimenti il cui consumo andrebbe fortemente limitato, se ci si vuole proteggere dal cancro; il primo indiziato è la carne, specie quella rossa, non perché faccia male di per sé, ma per le sostanze chimiche che trasporta. Si sa per certo che carne, latticini e i pesci più grandi forniscono all'uomo più del 90% degli agenti cancerogeni noti, e questo perché l'uomo è un grande inquinatore che ha disseminato nell'ambiente diossina, PCB (policlorobifenili) e  pesticidi. Uno studio del 2006 ha dimostrato che il consumo di carne rossa più di una volta al giorno raddoppia il rischio di tumore al seno nelle donne in premenopausa, rispetto a quelle che la mangiano non più di due volte alla settimana. Questo si spiega anche perché molti cancerogeni si accumulano nel grasso, a causa della loro natura chimica idrofobica, perciò le piante ne contengono molti meno. Non per niente, negli ultimi 50 anni si è registrato in Occidente un aumento notevole soprattutto dei tumori a carico di tessuti ricchi di adipe o da esso circondati, come seno, ovaie, colon e sistema linfatico.

In secondo luogo, andrebbe moderato il consumo di zucchero raffinato (saccarosio) e di farine bianche, che fanno salire rapidamente l'indice glicemico causando il rilascio di insulina ed IGF, che stimola la crescita cellulare e la capacità dei tumori di espandersi. Specie in malattia, sarebbe consigliabile – previo consulto medico – sostituirli con zuccheri a più lento rilascio, come il fruttosio e le farine integrali e ai multicereali.

Infine, sarebbe una saggia scelta acquistare cibi della filiera del biologico, ottenuti cioè senza l'utilizzo di composti chimici ed in modo più vicino alla tradizione; questo significa un utilizzo più razionale dei terreni, un trattamento migliore degli animali (galline allevate all'aperto) ed un più equilibrato contenuto nutrizionale degli alimenti.

A questo proposito è opportuno ricordare che un'alimentazione sana dovrebbe includere un apporto di acidi grassi omega 6 e omega 3 in proporzioni pressoché eguali. Queste molecole hanno effetti opposti sulla nostra fisiologia: gli omega 6 favoriscono l'infiammazione e stimolano la crescita cellulare, mentre gli omega 3 tengono entrambi i processi sotto controllo. Ebbene, il latte, la carne e le uova di origine biologica forniscono un apporto bilanciato di omega 6 e 3, mentre una dieta ricca di alimenti di origine animale non biologici risulta squilibrata a favore degli omega 6, poiché gli animali sono nutriti in modo diverso (mangime a base di mais anziché pascolo).

Di conseguenza, oltre ad avere una forte valenza etica ed ecologica, l'alimentazione biologica può giocare un ruolo importante nella nostra salute, garantendoci cibi più genuini e nutrizionalmente corretti. Un esperimento del 2003 ha inoltre dimostrato che i residui di pesticidi nelle urine di un gruppo di bambini monitorati per due settimane dipendevano direttamente dalla loro alimentazione: erano mediamente pari a 4 mg/L nei giorni in cui si nutrivano in modo convenzionale e rasentavano lo zero quando mangiavano biologico.

Da tutto ciò che è stato detto finora risulta evidente che una maggiore consapevolezza al momento di fare la spesa può aiutare moltissimo il nostro corpo a difendersi dalle neoplasie; è però bene sapere che anche la psicologia può fornirci un aiuto fondamentale.

Moltissime persone colpite da un cancro attribuiscono la malattia ad un evento molto carico emotivamente che non sono state in grado di gestire in modo corretto: un lutto, un divorzio o simili. Pare che gli elementi che giocano il ruolo principe nella cancerogenesi, in questi casi, siano il livello di stress e il sentimento d'impotenza, cioè la sensazione di non poter fare nulla per cambiare la situazione. È ormai assodato che il maggiore ormone dello stress, il cortisolo, ha un effetto inibitore sul sistema immunitario e, ad alte concentrazioni, porta persino alla morte dei neuroni. Questo spiega perché persone cronicamente stressate abbiano una maggiore tendenza ad ammalarsi, in quanto le loro difese risultano debilitate.

Quando l'esistenza sembra non appartenerci più e pare che nel nostro futuro non ci sia più posto per la gioia, allora il corpo reagisce accelerando il naturale processo di deperimento, come se avessimo premuto il pulsante per l'autodistruzione. Se siamo convinti di condurre una vita infelice e senza più speranza, ecco che la malattia può affacciarsi con maggiore successo, quasi a liberarci da un'esistenza non più desiderabile.

Un esperimento del 1982 aveva già evidenziato questo meccanismo. Ad alcune cavie erano state impiantate delle cellule cancerose note per dare la morte nella metà dei casi: le cavie che avevano imparato come evitare una spiacevole scossa elettrica presentavano un tasso di rigetto dei tumori del 63%, poco più alto del previsto, mentre quelle a cui non era stata data questa possibilità evitavano la malattia solo nel 23% dei casi. Il sentimento d'impotenza aveva reso più "tristi" queste ultime, facilitando l'attecchimento del tumore.

La gestione delle proprie emozioni è dunque importante nel mantenimento della salute, così come nella progressione della malattia. In un esperimento ormai storico, condotto dal Dott. Spiegel negli anni '80, si è visto che le donne colpite da tumore al seno che partecipavano a gruppi di sostegno in cui potevano esprimere liberamente le proprie ansie e paure, imparando a relazionarsi con gli altri in modo più autentico, presentavano un tasso di sopravvivenza doppio rispetto al gruppo di controllo. Uno studio dello stesso periodo ha inoltre mostrato che le donne malate di cancro che riuscivano a reagire bene sul piano psicologico avevano cellule NK, la primaria difesa del corpo contro i tumori, più combattive rispetto a quelle depresse e in preda al sentimento d'impotenza.

Tutto ciò risulta comprensibile alla luce della psicoimmunologia, che è detta anche PNEI (PsicoNeuroEndocrinoImmunologia), la quale ha dimostrato che cervello, ormoni e difesa immunitaria rappresentano una rete in cui le parti dialogano costantemente, scambiandosi informazioni per garantire l'integrità e la coerenza del sistema.

La realizzazione di sé, infine, ci pone in uno stato di gaia vitalità che protegge contro le malattie. Per questo tutti ci dicono "fate quello che vi piace": il lavoro ideale non dovrebbe, nei limiti del possibile, essere vissuto come una mera necessità economica, ma come un impegno gioioso, nel quale in fin dei conti ci fa piacere investire le nostre energie.

Questi contenuti trovano spunto da un libro eccezionale di David Servan-Schreiber, che a mio avviso dovrebbero leggere tutti: Anticancro - Prevenire e combattere i tumori con le nostre difese naturali. Non si tratta di teorie new age, ma di dati scientifici ancora ignorati dai libri di scuola ma che è giunto il momento di far conoscere all'opinione pubblica.

L'autore è un neurologo che ha avuto un tumore al cervello e, per guarire, ha girato il mondo in cerca di soluzioni integrative al suo male; nel libro le illustra ampiamente, con riferimenti a molti argomenti che non ho potuto trattare in questa sede per ragioni di spazio.

Concedetemi ora un consiglio personale. Se volete preservare la vostra integrità psicofisica, iniziate a nutrirvi in modo più consapevole, poi guardatevi dentro e chiedetevi: sono soddisfatto di come prosegue la mia vita in questo momento? C'è qualcosa che mi dà un profondo fastidio, o una situazione spiacevole che mi fa soffrire molto? Ne parlo con i miei cari oppure ignoro il mio malessere e mi dico che va tutto bene? La sincerità e l'onestà nei propri confronti è un requisito fondamentale perché i circuiti del corpo non risultino ostruiti da blocchi emotivi: cercate consapevolezza, accettazione e trasparenza verso voi stessi e le vostre emozioni, aspirazioni e paure. Riflettete sul senso e sulla qualità della vostra esistenza: se qualcosa non vi sta bene, potreste essere ancora in tempo per cambiarlo.

Iniziate a considerare salute e guarigione come processi attivi e consapevoli, e non come un meccanicistico risultato dell'assunzione di una pillola. La medicina moderna ci ha fornito farmaci eccezionali, ma non dobbiamo dimenticare che la responsabilità per la nostra salute spetta in primo luogo a noi stessi. In poche parole, amatevi.

Fabio de Nicolo

 

 

 




Inoltra: Inoltra via mail Vota:  

 
Disclaimer & Privacy Policy